La presentazione alla diretta di oggi, 25 aprile 2021, con Attilia Zanaboni, Luca Casarotti. Coordinamento Antonella Campagna, responsabile eventi Biblioteca Universitaria Pavia. Letture di Francesco Mastrandrea. Canzoni di Matteo Callegari.
domenica 25 aprile 2021
venerdì 23 aprile 2021
NICHELINO
ESTATE 1945/APRILE 1948: storia di un partigiano gappista.
Andammo, mio padre e io, da un compagno partigiano, e mio padre suonò all’uscio affacciato sulla strada di Nichelino. Era una sera calda e chiara; in lontananza sentivamo camionette e musica da ballo. La guerra civile era finita da poco; se mai una guerra civile può dirsi finita. Io avevo cinque anni; avevo portato con me alcune scatole vuote di cerini di mio padre. Mentre mio padre e l’uomo sostavano all’ingresso, mi sedetti sulla soglia, impilando le scatole una sull’altra e immaginando in ognuna di esse una stanza illuminata. Avevo inventato questo gioco durante le sere di coprifuoco, mentre aspettavo il ritorno di mio padre, e la vicina, cui ero affidata, passava dalla nostra stanza alla sua, per accudire anche i suoi, di bambini. Avevo cinque anni; vidi mio padre e l’uomo abbracciarsi, come, in quella estate, ne avevo visti altri, di partigiani, convulsamente stringersi l’uno all’altro. Mio padre e l’uomo presero a dirsi parole che creavano un vortice nello spazio tra loro e, pur rimanendomi ignote, capii che esse reclamavano un superstite diritto di sfuggire alla luce, per pudore rifugiandosi nell’ alone di una lampada affissa nel muro. Ad un chiodo era appeso uno scialle a rose lavorato a maglia, incompiuto; i punti della maglia privi di ancoraggio, pendevano sciolti, mescolati a fiocchi di polvere.
domenica 18 aprile 2021
LA STORIA SOTTO LA VERNICE NERA
Queste righe sono state scritte prima del nuovo oltraggio ( con spray nero) alla lapide in memoria di Giovanni Ferrari, Pavia, via Cascina Bellaria. 18 aprile 2021-
“….non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi…”: Se questi sono i fiori, e la canzone, che vorremmo fosse dedicata a Giovanni Ferrari, caduto per la libertà, la memoria ci vincola alla storia, e alla sua fine brutale affondata nel pieno dell’estate della guerra civile. 15 agosto. Anno 1944.
giovedì 15 aprile 2021
CIAO LUCCIO, PARTIGIANI SEMPRE
Due anni fa, il nostro saluto a Umberto Respizzi
Non so se Umberto sarebbe contento di vedere tanti di noi, qui oggi per salutarlo, con la voglia di piangere e le lacrime agli occhi. Fosse vivo, Umberto forse ci direbbe che non bisogna piangere, e che non è il momento di commuoversi. Fosse vivo, Umberto, forse, ci direbbe che è semmai il momento di stare insieme, il momento di tornare in piazza, il momento di stringerci tutti sotto la bandiere della resistenza e dell’antifascismo, che per tutta la vita è stata la sua bandiera, e la sua scelta limpida e militante.
BOCCE ROSSE SE NO NON C'E' PARTITA
Un dopoguerra partigiano
“Una jeep americana ci passò accanto. I poliziotti ci urlarono qualcosa che non capimmo. Scesero con il bastone alzato, ci fecero cenno di toglierci i fazzoletti rossi”: scrive Mario Spinella, resistente toscano, fissando in una immagine la sorda angoscia della smobilitazione partigiana, che rende “scialbo e cupo contro il verde degli alberi anche il colore delle nostre bandiere per tanti anni nascoste nelle cantine e nei sottoscala” ( cit. Mario Spinella “Memorie della Resistenza”)
Renato no. Né scrive, nè racconta. Al tristo dopoguerra italiano oppone il suo silenzio. Lui, in cerca di lavoro, tornato da partigiano - 87° brigata garibaldina Crespi, Terza Divisione Aliotta - si arruola in polizia. Resta due anni. E sono anche troppi: ampiamente sufficienti per capire che non è posto per lui. Per i fascisti e i repubblichini invece si. Perché nei ranghi della polizia, vicini al cuore dello stato repubblicano, essi sono stati ampiamente reintegrati. Renato non li ha contati, i fascisti. Ma sono tanti.
mercoledì 14 aprile 2021
FERRUCCIO, CHE CAMMINA E STA PER ESSERE AMMAZZATO
In occasione del convegno "Riforme rivoluzione guerra civile. Ferruccio Ghinaglia e il suo tempo" piattaforma Collegio Ghslieri 21 aprile 2021 ore 9.30 propongo una riflessione, a firma mia e di Luca Casarotti. Decapitare le avanguardie, eliminare nella fragile materia dei loro corpi gli organizzatori degli scioperi contadini e delle occupazioni operaie, togliere agli sfruttati la guida di chi in capo ad essi prende la parola, e leva il vessillo dell’internazionalismo, perché la patria dei lavoratori è il mondo. Sono queste le volontà, e le parole d’ordine che armano la mano degli squadristi che cento anni fa, 21 aprile 1921, uccidono sul Ponte coperto Ferruccio Ghinaglia, ventenne studente di medicina del collegio Ghislieri, primo responsabile pavese del partito nato a Livorno nel gennaio 1921.
sabato 10 aprile 2021
AMO IL TUO PASSO
Amo il tuo passo che frantuma la crosta terreste e mi è di guida mentre percorriamo l' asse del pianeta, che ora trema e vacilla.