Amo il tuo passo che frantuma la crosta terreste e mi è di guida mentre percorriamo l' asse del pianeta, che ora trema e vacilla.
Quando riconoscerò il tuo passo non diverso dal mio, e non diverse le mie ossa e le tue, similmente coperte di fragile carne, troveremo il sentiero in direzione della montagna
incantata.
Ci uniremo a uomini e a cani che in libertà lo hanno percorso nei secoli prima di noi.
Essi, vinti ma non resi, hanno abbracciato la morte, come io e te, singhiozzando, oggi abbracciamo
la croce dell'esilio nel quale viviamo, puniti e dannati senza saperne la ragione, e in questa gabbia che attorno ci è stata costruita diventeremo fratelli.
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