"Se il comunismo è un sogno " sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita" - scrive Jose Saramago, comunista libertario, Premio Nobel letteratura 1998, l'indimenticato, e indomito, scrittore che narra come vivano e muoiano i lavoratori sfruttati
che trasportano pietre e mattoni per costruire cattedrali e palazzi, come il dolore attanagli un solitario bambino chiamato Gesù, tormentato da un destino troppo grande, come il divorante onnipresente mercato globale faccia a pezzi la nostra vita, confinando chi ne rifiuta la legge nella terra di nessuno ai margini della Città, come tutto il dolore del mondo sia racchiuso nello sguardo di un cane abbandonato, e la felicità stia tutta nel muto sorriso di chi abbiamo salvato e si chiama Trovato. (cit. Saramago La Caverna)
E in questo limbo dove io scrivo, ai margini della Città, consapevolmente rifiutandone la legge, e con essa le istituzioni fasulle, il tricolore, la paccottiglia degli anniversari di stato, gli orpelli dannunziani che, sordi ad ogni vergogna, ci inseguono dagli schermi televisivi, dobbiamo continuare a vedere, per quanto tutto il mondo attorno sia accecato. E stanotte dobbiamo continuare a leggere quel libro che si chiama Cecità, e che ad ogni pagina ci mostra come ogni epidemia in fondo non riveli che quello che siamo.
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