venerdì 19 febbraio 2021

CAMMINA IL PARTIGIANO JERVIS

"Ma Willy è morto invano?" questo interrogativo non detto innerva di sè molte delle lettere che Giorgio Agosti, unico sopravvissuto dei cinque componenti del comitato militare resistente di Giustizia e Libertà Piemonte scrive a Lucilla Rochat, vedova del compagno di lotta, Willy Jervis, ingegnere di Ivrea, studioso di Karl Barth, valdese, catturato e ammazzato 

domenica 14 febbraio 2021

NON IMPORTA IL MIO NOME

Sono tante le lapidi partigiane, in questa valle di frontiera, che è la Val Pellice, perseguitata dal 1100 e resistente per quattro secoli in nome della libertà di coscienza. Questa della Borgata Chabriol è, però, una lapide speciale: ricorda infatti il primo caduto della Resistenza in Valle, un giovane, nato a Torino il 10 ottobre 1919, ferito a morte nell’assalto partigiano, primo dicembre 1943, al presidio della milizia repubblichina di Bobbio, che morirà all’ospedale di Luserna senza rivelare il proprio nome.